Il Sole 24 Ore ha pubblicato un interessante estratto della Banca Dati Indicatori Territoriali dell’Istat: estrapolando dai 282 indicatori quelli più rilevanti in termini di capacità di innovazione (valore che, a scanso di equivoci, lo stesso autore dell’articolo definisce come difficilmente individuabile con precisione) emerge un ritratto, per quanto sommario e purtroppo non più recente del 2012, comunque indicativo delle direzioni intraprese dalle varie regioni italiane.
Facendo una rapida carrellata tra le posizioni di testa nei vari indicatori si può notare che Emilia Romagna, Lazio e Piemonte sono ai primi tre posti per numeri di addetti alla ricerca e sviluppo, con una tendenza estremamente positiva soprattutto per la prima, mentre l’incidenza degli investimenti delle imprese in R&S vede primeggiare di gran lunga il Piemonte, seguito a distanza da Emilia Romagna e Lombardia. Medesimo podio per l’incidenza delle spese del settore privato in R&S sul PIL regionale, mentre per lo stesso indice, ma riferito al settore pubblico (pubblica amministrazione ed università), svetta il Lazio, seguito da Campania e Sardegna. Interessante notare che quest’ultimo dato non coincide con quello della percentuale dei laureati in materie scientifiche e tecnologiche, in cui il Lazio è solo terzo dietro a Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia, mentre Campania e Sardegna si perdono nella parte medio/bassa della classifica. Lo stesso squilibrio, indice di una allocazione di risorse in molti casi tutt’altro che ottimale, si scopre analizzando i dati sulla natalità delle imprese operanti in settori ad alta intensità di conoscenza e la sopravvivenza a 3 anni delle medesime: mentre per quanto riguarda il primo dato primeggiano Calabria, Abruzzo e Lazio, nel secondo caso in testa alla classifica si trovano Veneto, Friuli e Trentino.
La Liguria si trova sopra la media nazionale nella maggior parte di questi indici, escluso quello riguardante la natalità di imprese ad alto contenuto di conoscenza, e soprattutto è ai primi posti per quanto riguarda la spesa media delle imprese per gli investimenti in innovazione, così come nel numero di addetti alla ricerca e sviluppo (ottava) .
Riportiamo di seguito il grafico interattivo contenuto nell’articolo:
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